lunedì 21 luglio 2014

Costruiamo una Storia II

Ecco il Racconto degli amici di Facebook

 

Per il terzo dei  "Giochi" da Social Network  vi presento oggi la storia "costruita" dagli amici di Facebook. Per leggere quella dalle cerchie di Google+ potete andare qui: Costruiamo una Storia.


 Buona Lettura!
 
Titolo: “Alla ricerca di me” (Atrebor)
Oppure

Titolo: ”L’UOMOPERBENE” (Barbara T.)

Quell’uomo silenzioso camminava lungo la riva…. pensando a quello che era successo la sera prima (Laura B) e lo sciabordio delle onde, flebilmente accarezzavano le barche in secca mentre il sole stanco si nascondeva tra le nuvole diafane che il vento spingeva oltre l'orizzonte...(Nicola). Ad un tratto, un ricordo, una sensazione fece rinascere in lui quel sogno ormai spento da troppo tempo (Giliola).
In quello stesso posto, un tempo ormai tanto lontano, sotto il chiarore della luna ormai alta nel cielo il profumo della salsedine, si confondeva col Suo profumo in un inebriante miscuglio di odori. La sabbia ancora tiepida, ci invitava a rimanere vicini, stretti in un abbraccio (Carmelo). Questo sussurrava un angolo di cuore, quello non sbeccato, dell'Uomo. In realtà la maschera del suo viso era lignea, solcata da rughe senza tempo, mentre lo sguardo ..(Alessia).
Era tornata. Lui l'aveva sempre saputo che sarebbe tornata, certo non per lui (Emilia). Ma poi, se non per lui, per chi? I ricordi si susseguivano vividi, i sapori e gli odori vissuti si alternavano lasciandolo in uno stato febbrile...ah...questo ritorno segnava un attimo eterno. Il passato insieme e il futuro in cui si proietta il sogno...il sogno di essere felice con lei. Nonostante tutto (Tiziana).
Un rumore lontano lo svegliò. Le tende danzavano spettrali alla flebile luce del lampione, disegnando sul muro qualcosa che non riusciva a capire. Prese gli occhiali sul comodino e guardò l 'ora: erano le 02:51 e si ricordò che dormiva da quasi due giorni, eppure quel sogno sembrava quasi reale... . Era bagnato, poi si rese conto che l'acqua entrava dalla finestra e il temporale era lì , con lui e dentro di lui, come una guerra senza vinti ne' vincitori (Atrebor).
Sentiva il battito del suo cuore divampare nel suo petto, le mani tremavano e solo allora si accorse del gusto salato che aveva in bocca, non era solo pioggia erano lacrime, le sue lacrime....(Patrizia). Capì che il suo non era un semplice sogno, aveva fatto un viaggio con l'anima....un viaggio che ti lascia addosso la traccia delle sensazioni vissute..(Paola). E la voglia infinita di ripercorrere quelle parole, quelle sensazioni, quegli stati d animo così esplosivi.. Quanto effimeri....(Federica).
Si rese conto, per la prima volta con assoluta chiarezza, di non essere stato in grado di prendere l'unica decisione davvero importante della sua vita (Katia). Quella vita che pensava di aver vissuto ma che in realtà aveva subito lasciandosi trasportare da quel vortice che l aveva catapultato proprio li, in quella stanza avvolta dall’oscurità del suo animo ormai stanco ..(Patrizia). Ora doveva ricominciare a vivere, a risalire sui treni persi della sua vita, gli stessi treni che lo avrebbero trasportato dall' oscurità verso la luce...(Valentina). Non ancora conscio che la vera luce, la vera forza risiede in nessun altro all’infuori di sé....(Federica).
Era tornata semplicemente per riprendere il cellulare che aveva lasciato in sala da pranzo. La decisione era stata presa e non aveva alcuna intenzione di ripensarci. Ma anche lui provava una sensazione piacevole, liberatoria dalle eccessive tensioni che il deteriorato rapporto creava (Alberto B.). ..ma nonostante avesse sentito il rumore della porta d'ingresso che si apriva, il suono di passi verso il soggiorno, non riusciva ad alzarsi dal letto. " Verrà su lei", si ripeteva, ne era certo glielo doveva (Raffaele).
Cominciò a gridare :” Paola sei tu?” ma ad un tratto silenzio… Il rumore dei passi che prima erano evidenti ora tacciono . Come parole interrotte ferme li a riflettere a pensare cosa dire e cosa fare. Ci fu un silenzio che faceva da padrone ed i battiti dei cuori seppur accelerati erano muti in attesa di svelarsi. Ma ecco un pensiero farsi avanti:  perché tace e non mi riempie del suo calore come fa ogni giorno? Cosa e che la trattiene?(Anna) Si guardò intorno e poi, violento, batte' il pugno sulla scrivania... Strappò con rabbia il foglio dalla macchina da scrivere e lo gettò lontano, cercando di centrare le fiamme nel camino. Sentiva freddo e tutto quello che scriveva gli ricordava quello che era successo e quello che nascondeva a se stesso e in cantina...(Atrebor). .......... Stava seduto su quella sedia sgangherata e scolorita, all'ombra di quella pianta carica di frutti colorati e profumati , il sole filtrava a tratti ma il suo volto era triste, i suoi pensieri erano lontani e quella strada diventava sempre più stretta e tortuosa. Quanto ancora avrebbe dovuto percorrerla? E alla fine avrebbe trovato un ......(Elvira)… avrebbe trovato un senso, come in quel romanzo che aveva posato la sera prima sul comodino. La sua vita era stata accumulo o sviluppo? Si era addormentato con quella domanda nella testa alla quale aveva paura di rispondere sinceramente. Aveva ripercorso i suoi giorni e si era convinto che aveva proceduto a casaccio, prendendo la vita come viene, costruendosi poco a poco una riserva di ricordi, vita che si aggiungeva a vita. Ma i ricordi con gli anni non si fissavano ma si dissolvevano, non ritrovava più le sensazioni, il ricordo forte di un' emozione, quello che gli rimaneva era solo la nostalgia, un nome, il rumore delle onde e la bocca piena di salsedine. Nient' altro (Rosella)
Allora porse lo sguardo alla luce della notte nel tentativo di trovare ancora una senso al suo cammino, prima che venisse cancellato, così come le onde che lo avvolgevano facevano sparire le sue orme. Fu allora che capì che la notte ha un suo perché ...è il momento sensoriale dell’essere uomo, una sorta di richiamo a sé...(Alessandro)
....e mentre la luna accarezzava dolcemente il suo volto, egli fuse la sua mente con il mare, la sabbia e l'infinita volta celeste sentendosi tutt'uno con l'universo. .(Laura B). Ma un odore acre ed intenso lo distrasse dalle sue sensazioni: annusò l'aria, notò il fumo denso che lo aveva avvolto e gettò un grido: ancora una volta aveva bruciato il sugo e avrebbe dovuto gettar via la pentola, rovinata per sempre! (Laura P). si convinse che era ora di frequentare un corso di cucina...forse l'avrebbe aiutato a distrarsi..(Barbara T).
Già anni fa si era iscritto , ad una scuola serale ma gli portava via troppo tempo e non poteva più né scrivere né dipingere e questo lo aveva un po’ innervosito. In fondo disse: “che importanza ha se non so cucinare bene, posso imparare un po’ alla volta”.  Gli venne in mente che vicino al suo ufficio c'era un edicolante molto rifornito di riviste: dalla cucina vegetariana a quella per single come lui . Mentre faceva tutti questi ragionamenti squillò il telefono. Ma chi può essere! Nessuno sa che sono a casa, tutti pensano che io sia ancora in Indonesia (Anna).
Era la Tim ... No grazie non mi interessa rispose ... Andò a sedersi sul divano ed ancora il telefono ... Chi sarà ancora ... Pensò ... Pronto!! ... Una dolce voce rispose “ciao sono Monica” (Alessandro)
La riconobbi subito!!!! E capii perché mi aveva chiamato. Era l'amica di Silvana! Infatti oggi a scuola l'avevo trattata male quando stavo parlando con Francesca e lei aveva cercato di intromettersi.....(Carmelo)
Monica mi chiese se la aiutavo in latino ma io laconico le risposi che non avevo tempo. Dall'altra parte sentii un silenzio pieno di oscurità, di frasi non dette, di emozioni non riconosciute e pensai che forse era meglio così ; lasciar perdere con lei. Frettolosamente le dissi: “scusami, ho una chiamata in linea, ci risentiamo in un altro momento, fammi pensare ciao” e chiusi il telefono senza lasciarle il tempo di replicare. Sentì un fioco " ciao va bene”(Anna)
Non potevo e non volevo rivivere una storia ormai finita da anni. Il tempo era passato veloce e inesorabile, non lasciando traccia della felicità di quegli anni, della spensieratezza e dei sogni...dei miei sogni, svaniti nella realtà di una vita sbagliata che nulla ha a che fare con me (Tamara)
Non potevo e non volevo rivivere una storia ormai finita da anni. Il tempo era passato veloce e inesorabile, non lasciando traccia della felicità di quegli anni, della spensieratezza e dei sogni...dei miei sogni, svaniti nella realtà di una vita sbagliata che nulla ha a che fare con me. Continuavo a ripetermi: no, la minestra riscaldata no!!! E poi lei è' già andata via una volta (Emilia)
Inebrianti nuvole che trafiggon il sol al suo primo accenno estivo, sgargianti scorrete attraverso alberi danzanti, che sembran dirti: sei ritornato finalmente…, il vento ci accarezza entrambi, il vento ci rende tutt’uno, eppure voi non vi stancate in questa sorta di movimento eterno, mentre io mi fermo a contemplar della vita il mio passato con argentei lineamenti vi vedo passare… voi sempre lì in eterno movimento…io sempre qui aspettando la fine…aspettando te… (Robert)
…te che come un’ombra leggera vegli il mio divenire, il mio vagare tra albe e tramonti senza sosta, cercando di fermare il tempo e colmare l’abisso tra noi… (Atrebor)
Era questa la fantastica poesia che avevo trovato nascosta nel suo cassetto, tra calze sottili e sottovesti di seta (Laura P.)
.....e poi un rumore strano che mi riportò alla realtà....era il mio stomaco! Fame....tanta fame...di cibo, di aria fresca e di vita. Nuova e felice. Domani chiamo Ubaldo, lo svuotatore di cantine....via...via...tutti i suoi oggetti....spazio....libertà e fiducia in un domani migliore. Senza di lei. Dove sarà finito il numero di Ubaldo??? (Tiziana) Eccolo! Lo chiamo subito! Pronto Ubaldo? Ho un bel po' di roba da buttare o donare, comunque vedi tu che farne. Ok ti aspetto sabato....e sabato arrivò...(Tamara)

Queste le “opzioni” per la conclusione

Buongiorno Ubaldo, vieni in cantina, ho tanta roba e come ti avevo detto fanne ciò che vuoi. Ubaldo caricò tutto e se lo portò via. Finalmente libero! Libero di scrivere la mia vita e di dipingerla con i colori che più mi piacciono (Tamara)

Erano le otto del mattino un forte rumore lo  svegliò dal sonno. Era tutto bagnato di sudore a causa della medicina presa la sera prima per abbassare la febbre. Si sentiva meglio ora , ma doveva alzarsi e fare una doccia per andare all'università con sua figlia ad iscriverla a lettere e poi insieme a lei e a sua moglie Monica trovarsi a pranzo fuori per festeggiare i 25 anni di matrimonio (Anna).
 
Oggi si svegliò prima del solito e non si chiese il perché di ciò... Sentì soltanto un bisogno di aria ed aprì il balcone. Un fresco alito di vento lo investì avvolgendo il suo corpo, si lasciò accarezzare da quella brezza mattutina. Si sentì ricaricato e decise di fare una corsa sulla spiaggia, prese un paio di pantaloncini, una t-shirt ed il cellulare e si diresse verso la porta ....quando squillò il telefono ...si fermò, un pensiero...fu tentato a tornare indietro ...guardò le scale ma non rispose, non voleva interrompere quel momento ... Chiuse la porta deciso ad iniziare il cammino...il cammino di un uomo nuovo, ciò che rimaneva di lui era solo il suo nome .....Christian.(Alessandro)

Dalla scogliera, poco distante dall'auto, guardava in silenzio il mare e ripensò a quei giorni. E' stata una follia, mormorò. Era tornato dall'Indonesia senza dire nulla ai vecchi amici. Aveva bisogno di stare solo, rivivere quei luoghi, gli odori, i suoni, immergersi nei ricordi, lasciare che lo invadessero nelle vene, nei polmoni fino a farsi stordire. E nel delirio della febbre che lo aveva assalito quella notte gli era tornata in mente Paola e per un attimo, una frazione di secondo aveva rivissuto quel calore intimo familiare che oramai non era più suo. E' stata una follia tornare, disse ancora. Si voltò verso l'auto, lentamente, chiamò in aeroporto e confermò il volo che all'indomani l'avrebbe riportato in Indonesia.(Alberto)


Bellissima!

Ringrazio di cuore tutti i partecipanti per essersi "messi in gioco" con me.


Per gli altri “Giochi” da Social Network potete guardare Indovina cos'è  e Regalaci un Proverbio.Proponi anche tu un gioco alla rete. Sarà una esperienza divertente e costruttiva. Poi, se vorrai, potrai raccontarla  qui, con un “guest post”. 





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Grazie



domenica 13 luglio 2014

Che Bello è...

Un fiore appena sbocciato

Ricordate la canzone di Giovanotti?  "Che bello è quando lo stadio è pieno, e la musica riempie il cielo…
Ci credo, deve essere una emozione straordinaria soprattutto  per chi di quella musica è autore. Però penso che molti di noi, guardando oltre i problemi, un “che bello è” possano trovarlo. E allora la mia proposta è di scriverlo qui per augurare a tutti 

Una felice settimana :-)

Per te "che bello è..."
 

venerdì 11 luglio 2014

Costruiamo una Storia



Ecco un altro “gioco” da fare insieme...


 




Solo se ne avete voglia, è ovvio :-)
Vi va di inventare una storia in gruppo? Ognuno aggiunge qualcosa: la prima cosa che gli viene in mente. Può essere anche un riferimento al luogo (ad esempio: iniziò a piovere), oppure al personaggio (ad esempio: gli facevano male le scarpe:-). Massima libertà di espressione. Non siamo scrittori!!!
Nulla di impegnativo! E’ solo per giocare insieme.
Per iniziare propongo:

Quell’uomo silenzioso camminava lungo la riva….



Questo l’invito postato in più community (Facebook, Linkedin e Google+) per il terzo dei "Giochi" da Social Network .
Sono state costruite delle storie complete in Google+ e Faceboo.
Le parti in marrone sono delle mie aggiunte per “legare” alcuni passaggi.

Ecco la storia dalle cerchie di Google+

Quell’uomo silenzioso camminava lungo la riva…guardando l’acqua del lago (Francesco).I suoi pensieri erano lontani tra i profumi (Romina)…dell’estate in arrivo. Improvvisamente, qualcosa, lo richiamò in modo brusco alla realtà…(Sylvia)
Si voltò di scatto. Non lontano da lui due persone, un uomo e una donna, stavano litigando in maniera violenta (Stefano)…Lei  diede uno schiaffo…(Francesco) fu per quell’uomo del lago …come in un sogno (Annamaria). Egli guardò l’uomo e la donna: lei ora piangeva, lui le baciava la testa (Marco)
Spesso si rimane in silenzio,…pensò, perché molti non possono capire e altri non meritano di sapere… (Loris). Era attratto da quell’intimità che non conosceva (Ornella). Il suo sguardo era fermo lì tra meraviglia e stupore (Romina)
“Grazie che hai saputo placare la mia rabbia con una carezza. Grazie che hai saputo ascoltare il mio silenzio. A te guerriero di un’altra vita e di un altro tempo. Ma mio umile Cavaliere in questa vita e di questo tempo” (Loris) diceva la donna .
Ad un tratto vide qualcosa muoversi nel fiume, sentì uno strano rumore (Clara) e delle luci affiorarono (Ferdinando)
Un fremito pervase anche i due personaggi osservati (Melinda). Si guardarono negli occhi (Francesco)
Il suo sguardo andava oltre i miei occhi a cercare la mia anima, come fosse bloccata. Non riuscivo a staccarmi dal mare verde che frugava dentro di me (racconterà poi l’uomo che camminava solitario)(Walter).“Mi ritrovai in una realtà che non mi apparteneva…le sensazioni erano tante…diverse” (Romina). “In questo guazzabuglio di sensazioni la più forte era la passione che stava per travolgermi alla velocità di un treno senza freni in discesa” (continuava il racconto)(Walter)
“Va bene” disse l’uomo “ti chiedo scusa”…ma la verità era l’esatto opposto…dentro di sé pensava l’uomo del lago. “Mica è colpa mia se è colpa tua” continuava il dialogo fra i due (Walter)
L’aria era all’improvviso diventata più leggera, attorno era tutto silenzio l’uomo continuava a raccontare: Solo, nella confusione sentii la sua voce dire : ciao sono Marco, e tu chi sei? Vidi il mio volto riflesso nell’acqua, non conoscevo nemmeno il suo nome (ma non mi importava molto) . In mezzo all’oceano, come in un lago, queste cose possono succedere, mi dissi, per allontanare la paura (Walter). Ma paura di cosa?…ero ancora dentro un sogno, o la realtà aveva aperto un varco a me sconosciuto!! Ci pensai…(Romina).Pochi istanti bastarono per sentire la voce sempre più forte del mio cuore a cui mai avevo dato veramente ascolto. Mi spaventava e allo stesso tempo mi attraeva così…(Walter) Continuai per la mia strada ammirando quel tramonto che si fondeva tra le acque sicure e calme del lago (Romina)
Mi svegliò lo squillo del telefono guardai la sveglia era da poco passata l’una di mattina, riconobbi subito la voce: 20 anni erano passati. Il primo amore non lo scordi mai, e mi domandò…(Walter)…Mi domandò se l’uomo del lago fossi io…in questi vent’anni non l’avevo dimenticata…la sua voce ancora mi emozionava (Romina) Risposi: “solo tu conosci la risposta alla domanda…tempo per pensare ne hai avuto”(Walter) Vero! Ma vent’anni erano tanti, troppi (aggiunse lei e)  preferì tergiversare) (Romina).  Anche io credo che hai pensato troppo a lungo. dissi. E poi, ti manca l’uomo del lago? E cosa era per te? Lo riconosceresti? (Walter)
…ancora confusa! Più confusa di prima! Pensò (lei)…solo un ricordo…e  riattaccò (Romina)
 
Una storia affascinante!
Ringrazio di cuore tutti i partecipanti per essersi "messi in gioco" con me.
A breve presenterò anche la storia del gruppo di Facebook. E’ quasi un romanzo ;-)
Per gli altri “Giochi” da Social Network potete guardare qui: Indovina cos'è , e qui: Regalaci un Proverbio 

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