giovedì 13 dicembre 2018

Viaggio alla Scoperta di Te - 3.2 - Grafologia B



Un grafologo “intuitivo”

Nel post precedente abbiamo sospeso per un po’ il lavoro sulla storia del viaggio per fornire le prime informazioni fondamentali sull’osservazione grafologica di una scrittura. L’esercizio proposto aveva lo scopo di far intravedere il fattore comune fra scritture eseguite da una stessa persona e le analogie fra i comportamenti scrittori e quelli di vita. Anche una scrittura può essere veloce o lenta e procedere allo stesso ritmo di vita di chi l’ha prodotta. Tutta la nomenclatura utilizzata dai grafologi per definire le caratteristiche di una grafia è indicativa di altrettante probabili caratteristiche comportamentali.

Poiché però qui non è principalmente ai grafologi che mi rivolgo, cito a sostegno una affermazione di C.Jamin “il primo scopo da raggiungere è l’annotazione corretta delle grandi dominanti, cioè dei 2,3 e qualche volta 4 o 5 tratti più essenziali” (ABC della grafologia, 1930,p.43). Inoltre, adottando un’altra affermazione di Max Pulver: “Grafologo è innanzitutto colui che è colpito dalla qualità formale e strutturale. Dei dati intuitivi della scrittura” (La simbologia della scrittura 1931, p. 2), credo che tu possa senza indugio avvalerti delle indicazioni generali che questi post ti forniscono per avventurarti nell'osservazione di una tua pagina di diario pur non avendo alcuna preparazione teorica. Con un fondamentale approccio. I significati dei segni che leggerai di seguito non dovranno essere accolti come certezze, ma come ulteriori occasioni di approfondimento cercando un riscontro in altrettanti comportamenti di vita.

COSA OSSERVA UN NON GRAFOLOGO

E così non potendo qui parlare dei molteplici aspetti che osserva un grafologo per una analisi, ho estratto ciò che una persona priva di qualunque nozione specifica in genere nota in una grafia. L’elenco che segue ha più o meno questo intento. Di fianco ad ogni tratto ho inserito fra parentesi il genere al quale appartiene. Indicherò i significati nel caso di presenza positiva o negativa. Ad esempio: per la leggibilità o la illeggibilità, cosa potrebbe indicare se la grafia è chiara, e cosa invece se illeggibile. Naturalmente ci sono tante posizioni intermedie fra la presenza o l’assenza del segno e allora starà a te valutarne l’intensità e il suo significato. Noterai che i significati per uno stesso segno possono essere diversi e anche opposti. Ed è questo il motivo per cui una buona osservazione di una grafia deve tener conto dell’insieme per poter valutare e inferire la presenza di un tratto di personalità.

1.      Se è leggibile (forma)

2.      Se è molto grande o molto piccola (dimensione)

3.      Se è prevalentemente curva o piena di angoli (forma)

4.      Se crea dei solchi nel foglio (pressione)

5.      Se è ordinata (forma)

6.      Se è elegante (forma)

7.      Se è regolare (continuità)

8.      Se sale sulla riga o se scende (direzione)

9.      Se le lettere alte sono inclinate (inclinazione)

10.  Se è lanciata con sicurezza verso il margine destro (velocità)

 

SIGNIFICATI GENERALI (I° parte)

I significati generali sono tratti direttamente dai testi fondamentali dei due teorici appena presentati e dai principali manuali o dizionari di grafologia attualmente in uso per la preparazione dei grafologi con in più alcune considerazioni aggiuntive collegate al metodo TALENTOneltratto.

1.      Se è leggibile (forma)

Secondo C.Jamin, una scrittura “illeggibile” (confusa) “rivela una mente che non è in grado di manifestare chiaramente il pensiero” (p. 182). Potrebbe anche appartenere ad un malato che non abbia il controllo dei movimenti o ad un bambino con dei “ritardi”.

In genere si guarda all’interno della grafia cosa crea illeggibilità: se siano le forme mal costruite o appesantite da complicazioni, un problema di organizzazione spaziale o altro.

Mi è capitato di incontrare scritture poco chiare in affermati professionisti. Potrei aggiungere che la mancanza di chiarezza può riscontrarsi per velocità, per mancanza di precisione o per riservatezza: il voler nascondere ad occhi indiscreti (ma potrebbe essere anche a se stessi) ciò che si scrive.

Al contrario, la scrittura “chiara” è ben leggibile. Indica “un insieme armonioso ed è quindi uno dei segni più belli di intelligenza e un eccellente indizio di rettitudine” (p. 172).

E gli autori sono in genere concordi nell’affermare che appartiene a una mente chiara, un pensiero logico, fermezza e dominio di sé.

Di certo è una persona che vuole comunicare chiaramente il suo pensiero e ci riesce. Ciò non vuol dire che sia una persona “spontanea” o “retta”.

2.      Se è molto grande o molto piccola (dimensione)

Una scrittura è “grande” se supera i tre millimetri di altezza nelle lettere basse. “La grandezza della scrittura corrisponde alla grandezza del sentimento di sé “(del proprio valore) (Pulver p. 39)

Si cerca di capire dove si realizzi maggiormente questa espansione della dimensione (in quale area della scrittura) e ci si rivolge alla simbologia della scrittura presentata nel post precedente per avanzare delle ipotesi.

Ciò che conta è che per quanto grande sia la scrittura rimanga armonica e ben integrata all’ambiente. Se la necessità espansiva non faccia perdere il contatto con la realtà (il rapporto con il foglio le altre lettere).

Se invece è molto “piccola”, potrebbe indicare una persona con un debole impulso dell’Io, se in un contesto di scrittura debole e poco vitale. Più spesso appartiene a persone che tendono all’oggettività quali: scienziati, filosofi o religiosi (Pulver p. 41)

3.      Se è prevalentemente curva o piena di angoli (forma)

La scrittura è “curva” quando prevale la linea arrotondata. Il bambino in età scolare scrive prevalentemente con forme curve perché il modello calligrafico appena appreso è così costituito. Nell’adulto il mantenimento delle forme curve è legato alla richiesta affettiva, alla femminilità, alla socialità e alla capacità di carpire il favore dell’interlocutore (Peugeot p. 77). Anche in questo caso le forme chiuse o aperte o il rigonfiamento immotivato degli ovali necessitano di osservazioni attente anche della zona nella quale si inscrivano per una valutazione accurata.

La scrittura “angolosa”, al contrario, è quella prevalentemente costituita da angoli. Per fare un angolo ci vuole una energia maggiore che per una curva.

Indica quindi combattività, coraggio, senso del dovere, ostinazione. Un adattamento in modalità di lotta che se in un contesto disarmonico può rappresentare: rudezza, intransigenza, aggressività, spirito di contraddizione.


Siamo giunti alla seconda esercitazione. Questa volta saranno le raccolte di scritture vergate da persone diverse. Non importa la distinzione fra bambini o vecchi, uomini o donne. Questo esercizio consiste nell’osservare in sequenza le scritture prodotte da persone diverse cercando di cogliere le principali differenze fra una grafia e l’altra. Dopo il primo approccio intuitivo, puoi ripetere gli esercizi facendoti aiutare da quanto fin qui hai letto sulla tecnica grafologica

A cosa serve?

·         Percepire le principali differenze o somiglianze fra scritture

·         Cogliere il passaggio da un approccio intuitivo e l’applicazione della teoria seppur molto semplificata

·         Allenare l’osservazione su scritture “lontane” per prepararsi all’osservazione della pagina del proprio diario

Se vuoi puoi raccontare qui la tua esperienza

Grazie

Il post successivo concluderà la definizione degli aspetti più evidenti di una grafia.  Questa volta ti fornirà indicazioni per applicare il metodo grafologico all’osservazione della pagina del tuo diario. Se ti fa piacere leggerlo puoi consultare talentoneltratto.com


Il metodo TALENTOnelTratto® di cui questi post fanno parte è stato concepito per rendere capaci di individuare i personali talenti partendo dall'osservazione della grafia e attraversando la propria storia di vita. Il Talento nel Tratto è il libro di metodo