lunedì 28 marzo 2016

Il Timore di Sbagliare



Un foglio protocollo e il pesantissimo vocabolario sotto il braccio perché è giorno di “compito in classe”.

Quanti di noi non ricordano quel silenzio carico di tensione nell’attesa di conoscere le domande di verifica! E poi la riconsegna degli esiti? Quei segni rossi o blu a indicare la “gravità” dell’errore. Una cifra a volte affiancata dal segno “più o meno”, tanto per aggiungere delle informazioni “più o meno” benevole: il responso.

Ma quella paura del giudizio è rimasta sempre con noi. Anche adesso che siamo stimati professionisti dobbiamo misurarci con il timore di sbagliare. Eppure dagli sbagli si impara moltoÈ proprio dopo esserci scottati con il fuoco che sappiamo di doverci proteggere.

L’evoluzione è andata avanti procedendo per prove ed errori


Soprattutto se non ci sono riferimenti precedenti ai quali ricorrere e forse perché i consigli non richiesti non vengono spesso ascoltati, ci dobbiamo provare. Certo, dopo esserci in qualche modo preparati immaginando i possibili esiti, ma il risultato lo conosceremo solo dopo aver sperimentato.

Perché come sperimentiamo noi non lo fa proprio nessun altro


E lasciamo andare la preoccupazione del sentirsi redarguire con un “te lo avevo detto!”: ci sarà sempre qualcuno pronto a sottolineare con la matita rossa il nostro errore, ma noi intanto avremo imparato molto e soprattutto avremo fatto un passo avanti nella nostra crescita personale.

                     Accogliere gli sbagli con un sorriso 


E' tutta questione di interpretazione. Per un esperto di umorismo come Matteo Andreone, nel suo Lezioni di comicità del 2013, se gli errori, fondamentali per i bambini in apprendimento, sono stati accolti con negatività dall'ambiente circostante, la modalità incapacità e inadeguatezza continuerà ad essere la sola risposta emotiva agli errori; se, invece, sono stati accolti con un sorriso, saranno individui più propensi all'esperienza. Gli errori sono una risorsa preziosa anche per sviluppare il pensiero umoristico. Al punto da consigliare di agire senza pernsarci troppo per creare quelle situazioni paradossali che stimolano la creatività. Meglio non esagerare se la nostra professione non è quella del comico!

E allora domandiamoci…


Quante opportunità abbiamo perso per il timore di sbagliare?

Piccola esercitazione

1° parte

Prendi dei fogli bianchi (ma vanno bene anche a righe o quadretti) e lo strumento che utilizzi di solito per scrivere. Cerca un momento e un luogo tranquilli e vai con il pensiero a quella volta in cui hai avuto la consapevolezza di aver commesso un errore. Probabilmente ti torneranno alla mente anche le emozioni negative di quell'evento. Allora prova a scrivere almeno un insegnamento (ma 3 sarebbero l'ideale) che ti ha lasciato quell'errore.

2° parte

E adesso vai a quella volta in cui il timore di sbagliare ti ha impedito di provare e di ottenere dei sicuri vantaggi e annota con cura anche questo sullo stesso foglio.

 

* Le esercitazioni traggono spunto dal metodo TALENTOnelTratto®

Grazie

 
 
 
 

venerdì 18 marzo 2016

Essere Padre

 

Padri non si nasce...

lo si diventa (forse). Che fatica però! Ma cosa si pensa debba fare ed essere un padre? Quali emozioni e progetti con quel fagottino fra le braccia? Le donne non potranno mai capire fino in fondo, così prese dal loro ruolo di madri, mogli o figlie.
Papà, è il vostro momento!
Raccontateci tutto. Fateci entrare nel vostro mondo.

Grazie

mercoledì 2 marzo 2016

Il tesoro nelle Cose "estinte"


Foto scattata nel museo "Beato Don Carlo Gnocchi" a Milano



Un mercatino dell’antiquariato...


o del modernariato? Oggetti tanto usati e consumati in alcuni punti. Ecco un vecchio macinacaffè, una macchina da scrivere, un corsetto di stecche di balena, un mappamondo con un mondo che è tanto diverso da quello che conosciamo adesso.

Eppure, nella maggior parte dei casi non è che non abbiamo più quei bisogni! Ancora ci piace sorseggiare un buon caffè e sono aumentati gli scrittori di libri. Però sono proprio cambiate le modalità per ottenere quei risultati. È certamente aumentata la velocità di vita e dunque tutto si deve ottenere in economia di tempo e risorse. Così nascono nuovi strumenti e modi per realizzare. E così le cose tanto usate vengono abbandonate per ricomparire in una vecchia cantina o nei mercatini, a ricordarci come eravamo. Nel caso della vecchia macchina da scrivere riportata nell'immagine di questo post, chi la utilizzava poteva osservare i martelletti che picchiavano sulla carta del rullo centrale e sentire lo schiocco che producevano. E quando un dito non centrava il tasto? Che dolore! 


L'evoluzione delle specie 
Il tempo corre veloce, anche quel vecchio orologio ce lo ricorda, e abbandona ciò che non riesce a tenere il passo. Questo non accade solo per le cose. Sappiamo bene che anche delle specie animali si sono estinte e altre sono in via di estinzione.

Le lingue estinte
Le lingue condividono lo stesso destino. Quelle che non vengono più parlate e scritte, sono condannate all’oblio. Capita che due popoli si incontrino e che le loro lingue a poco a poco si integrino e si trasformino diventando altro. Ma capita anche che piccole comunità entrino in gruppi sociali più grandi e piano piano, per potersi integrare, abbandonino sempre più i propri dialetti. E allora anche una lingua muore portando con sé un capitale di informazioni preziose (ho trovato interessante il saggio di D. Nettle e S. Romaine, 2001,Voci del silenzio, Carocci).

Le fabbriche abbandonate
Ho imparato poi che seguendo le evoluzioni dei bisogni, anche le imprese muoiono se non riescono ad adeguare velocemente prodotti, servizi e le modalità per realizzarli. Capita a tutti di incontrare nelle periferie delle città, ruderi di fabbriche abbandonate come "vecchie carcasse" di animali preistorici. Il pensiero va allora a tutte le persone che ci hanno lavorato, forse in condizioni di lavoro non sempre ottimali, ma hanno trascorso ampi pezzi di vita lì condividendo energia ed emozioni (per approfondire: M. Hannan J. Freeman, 1993, Ecologia organizzativa, Etaslibri).

Oggetti come tracce di vita

I vecchi oggetti ormai "estinti" appartenuti ad altri momenti della nostra vita possono ancora regalarci qualcosa di prezioso (ne ho parlato anche qui e qui). E allora, per non lasciare all'oblio un capitale che ci appartiene propongo una...

Piccola esercitazione

Prova a cercare in casa o nei tuoi ricordi tre vecchi oggetti che non usi più. Scegline uno - ma se ti diverte puoi utilizzarli tutti - prendi un foglio e lo strumento che utilizzi di solito per scrivere e annota tutto quanto quell’oggetto ti ricorda. Vedrai che torneranno alla mente delle persone e delle circostanze di vita appartenute al tuo passato che ti racconteranno molto anche di te.

 
Poi, se vorrai raccontare qui per noi il tuo oggetto del passato, probabilmente fornirà interessanti spunti per ricordare altro anche a tutti i lettori di questo blog
Grazie